1° Soft Skill: Problem solving
Eccoci ad approfondire la 1° soft skill della classifica: il problem solving.
Nella nostra quotidianità, spesso incontriamo delle situazioni problematiche, alcune sono facilmente risolvibili, attraverso un’attenta riflessione che ci aiuta a capire facilmente come porvi rimedio, ma altre volte i problemi sono più complessi e le nostre energie, le nostre capacità e le nostre emozioni non riescono a farvi fronte.
Come conseguenza ci sentiamo bloccati, non sapendo da che punto partire per poterlo risolvere. In particolare la capacità di problem solving è una delle competenze chiave in ogni settore professionale: dalle posizioni amministrative a quelle manageriali, fino a quelle altamente specializzate. Infatti se vi è capitato di leggere qualche annuncio di lavoro, avrete sicuramente notato, tra le competenze richieste, proprio la capacità di problem solving.
Cosa significa problem solving
Partiamo dal termine inglese problem solving, dove l’-ing finale rafforza il significato di un atto in corso di svolgimento, questo ci indica che sono presenti un’ insieme di processi per analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche. Il problem solving è quindi un processo non un’azione singola, e per questo racchiude in sé diverse competenze che è indispensabile possedere per arrivare ad una soluzione.
In una situazione economica sempre più ingarbugliata e in continuo divenire, ad esempio, è importante saper dimostrare di riuscire a leggere velocemente i nuovi contesti di riferimento, saper ricercare soluzioni ragionando fuori dagli schemi in modo originale ed innovativo, affidandosi a flessibilità ed adattabilità.
Possiamo quindi definire il problem solving come un processo psicologico ed emozionale attraverso il quale ci adoperiamo per risolvere un problema o per trasformare in “positivo” qualcosa che all’inizio si presenta come sfavorevole.
Come sviluppare la capacità di problem solving?
Ci sono delle capacità personali che favoriscono la motivazione alla risoluzione di un problema, come ad esempio:
- avere una buona autostima, ovvero la valutazione positiva che abbiamo di noi stessi;
- una buona percezione di autoefficacia, definita da Albert Bandura, psicologo comportamentista, come la credenza dell’individuo nelle proprie capacità;
- possedere una buona gestione delle emozioni, vuol dire saperle riconoscere ed utilizzarle come alleati.
Cosa può ostacolare la capacità di problem solving?
- alcune convinzioni personali, per esempio pensare e credere che il problema sia irrisolvibile;
- un’interferenza emotiva, che può ostacolare e offuscare la percezione di un problema;
- alcune influenze negative dell’ambiente, come per esempio l’atteggiamento di disappunto da parte di un collega, o del capo verso nuove modalità di approccio ai problemi, che ostacola la messa in atto di nuove soluzioni;
- una rigidità cognitiva, cioè incapacità di cambiamento di prospettiva e pensiero verso il problema.
Tecnica in 4 passaggi per usare il Problem Solving
Ora vorrei proporvi una guida da utilizzare di fronte ad un problema, è una tecnica che viene riassunta nell’acronimo F.A.R.E. e che racchiude i 4 passaggi, all’interno dei quali troviamo delle azioni da effettuare per meglio definire il passaggio da compiere:
Focalizzare:
- Stilare un elenco di problemi
- Selezionare il problema principale
- Verificare e definire problema principale
- Scrivere la descrizione del problema
Analizzare:
- Decidere cosa è necessario sapere
- Raccogliere i dati
- Determinare i fattori rilevanti
- Focalizzare i valori di riferimento
- Elencare i fattori critici
Risolvere:
- Generare soluzioni alternative
- Selezionare una soluzione
- Sviluppare un piano di attuazione
- Scegliere la soluzione del problema
- Organizzare un piano di attuazione
Eseguire:
- Impegnarsi ad raggiungere il risultato atteso
- Eseguirlo,
- Monitorarlo
- Completarlo ed infine
- Valutarne i risultati
Parole chiave:
circolarità
Questi sono i 4 passaggi principali, ma è bene sottolineare che questo processo è caratterizzato da circolarità, ovvero ogni fase del problem solving può essere di nuovo modificata e approfondita una volta che i risultati sono stati verificati, ad esempio per trovare soluzioni alternative o per migliorare il risultato ottenuto.
flessibilità
questa tecnica non deve essere seguita in modo rigido, ma flessibile. Rappresenta una modalità più sintetica di analizzare un problema, proprio perché a volte il fatto di suddividere un problema in passaggi, ne favorisce una visione più chiara e questo può aiutarci, ci permette di dare un ordine alla situazione quando siamo in uno stato di confusione, , inoltre l’atto di scrivere questi passaggi aiuta ad elaborare mentalmente il problema stesso.
Consiglio di lettura
Se volete approfondire questo argomento potete iniziare dal libro: Problem solving. L’arte di trovare soluzioni, dove Pietro Spagnulo , psichiatra e psicoterapeuta spiega come risolvere problemi aziendali, interpersonali ed emotivi esplorando quattro abilità fondamentali:
- osservativa,
- creativa,
- critica
- pratica.
Prossima soft skill…
Ok, allora, siamo giunti alla fine, spero sia stato un approfondimento utile, nel prossimo parleremo del pensiero critico, competenza indispensabile per diventare pensatori autonomi, che non si lasciano influenzare dalla grande quantità di informazioni e stimoli che riceviamo ogni giorno.
Scrivi un commento