Come ci può essere utile l’Ikigai?

Eccoci  arrivati a settembre mese che nelle nostre menti è un po’ il mese della ripartenza, allora oggi ho scelto di condividere un concetto veramente potente per due motivi il primo è la ricerca di uno strumento che potesse darti un supporto nel fare il punto della situazione per capire dove siamo oggi e anche dove vogliamo andare. Il secondo motivo è perché in un esercizio che propongo spesso ai miei clienti c’è una domanda alla quale fanno tutti fatica a rispondere, e questo esercizio è la chiave per riuscirci, la domanda in questione è: Quale sogno, progetto o idea ti fa alzare con entusiasmo la mattina? A questa domanda le persone si bloccano, magari perché non ci hanno mai pensato, magari perché sono anni che non si alzano più con entusiasmo e quindi è diventato difficile riconoscerlo, o perché le scelte fatte in passato hanno spento l’entusiasmo, per mille altre ragioni.  Per questi motivi ho cercato uno strumento che fosse chiaro e che potesse essere messo subito in pratica.

Come sempre, sul canale gratuito Telegram Psicologia a Lavoro! trovi la grafica per seguire meglio questo approfondimento, il pdf da scaricare per eseguire l’esercizio e altri consigli utili.

L’ikigai

Quindi come si fa ad essere felici ed ad alzarci con entusiasmo la mattina, ad avere uno scopo nella vita e nel lavoro? In questo ci vengono in aiuto i giapponesi che vivono sull’isola di Okinawa dove ci sono gli abitanti con il primato mondiale di longevità. Lì mettono in pratica ogni giorno il concetto dell’ikigai, che viene reso proprio con l’espressione “ ciò che ti rende felice di alzarti dal letto al mattino” ed è formato dall’unione di due parole iki che significa vita e gai che vuol dire ciò che vale la pena.

Serve un cambiamento di mindset per usare l’Ikigai

La base di questo concetto prevede un cambiamento radicale del nostro mindset, dobbiamo sostituire l’utilizzo del verbo “avere” che è legato ad una concezione della nostra vita basata sull’acquisto e sulla perdita, e passare ad  utilizzare il verbo “essere” che ci permette di aprirci a molte più possibilità. Quante volte il possedere qualcosa ci ha in realtà limitato nel valutare altre possibilità, penso a chi è bloccato in un lavoro che non lo soddisfa più, ma che pur di non lasciarlo rimane immobile. Questa paura è dovuta proprio dall’aver costruito la propria vita riponendo la fiducia della possibilità di vivere felice la nostra vita sul possedere qualcosa di esterno da noi invece di fortificare il nostro essere. Secondo te come mai alcune persone dopo un disastro finanziario, ad esempio, o un brutto licenziamento, riescono a rinascere più forti di prima? La risposta è che la loro forza se la portano dietro, sono loro stessi. C’è un frase che a me piace ricordare nei momenti di crisi, “L’uccello che si posa sul ramo non ha paura che esso si spezzi, perché la sua fiducia è riposta nelle sue ali e non sull’albero.” Nel possesso c’è la staticità, nell’essere la possibilità. E come facciamo a basare la nostra vita sul saper essere? Dobbiamo conoscere noi stessi, sapere quali sono le nostre capacità, i nostri punti di forza e di debolezza, sapere ciò che vogliamo raggiungere.

Le 4 aree dell’Ikigiai

Per fare questa riflessione ci viene in aiuto l’ikigai, che viene rappresentato un po’ come se fosse un fiore di loto, in cui i petali si intrecciano creando delle aree di intersezione. Le principali quattro aree sono:

  1. Ciò che ami
  2. Ciò che serve al mondo
  3. Ciò per cui puoi essere pagato
  4. Ciò che sei abile a fare

In psicologia questo concetto dell’ikigai è affine a quello del Flusso visto come “il momento magico in cui tutto scorre perfettamente e il tempo sembra svanire”.

Come si costruisce l’ikigai?

Guardando il disegno partiamo dalla sezione in alto, se al momento non hai il disegno davanti immaginalo come fosse una bussola, e partiamo dal nord:

nella sezione numero 1 trovi: ciò che ami fare, ciò che è utile a gli altri, e sai fare bene, ma nessuno ti paga per farlo.

Girando in senso orario nella situazione numero 2 trovi: ciò che serve al mondo, ciò per cui le persone sono disposte a pagarti e ciò che ti piace farla, ma non hai le competenze utili per farlo bene.

Nella terza situazione trovi. fai una cosa che serve agli altri, vieni pagato per farlo, la sai fare bene, ma non è ciò che ami fare.

Nella quarta situazione trovi: fai una cosa che ti piace, sei bravo nel farla, ti pagano per farla, ma è una cosa che non serve a niente.

Le intersezioni di queste quattro aree formano il nostro ikigai cioè la condizione che soddisfa tutte le altre, tradotto riuscirai a fare un lavoro che ami, che è utile al mondo, per cui vieni pagato e nel quale sei capace.  Mentre le aree in cui solo alcune sezioni si incontrano generano delle condizioni che a lungo andare si trasformando in insoddisfazione l’esempio che facevo prima in cui una persona è bloccata in un lavoro che non lo soddisfa è nella zona confortevole ma vuota a livello emotivo, perché gli manca la passione con cui fare le cose gli manca una mission più ampia e se all’inizio poteva accontentarsi nel lungo periodo questa mancanza inizia a farsi sentire.

Come fare praticamente a trovare l’equilibrio tra tutte queste condizioni, è indispensabile come abbiamo detto più volte praticare un ascolto attivo nei tuoi confronti e anche nelle persone che ci circondano, allenare le soft skill, su questo argomento trovi delle puntate ad hoc qui sul podcast, proteggersi dal distress, cioè lo stress negativo, prendersi cura di se stessi, rimanere sempre attivi, dare valore alle piccole cose, infine utilizzando delle domande mirate che aiutano a focalizzare sempre di più l’ attenzione su ciò che è veramente importante nella tua vita, che definirà poi il tuo ikigai.

Per scaricare le domande e altre info utili da cui partire per iniziare a creare il tuo ikigai ti aspetto sul canale gratuito Telegram Psicologia a Lavoro!

Dedicare il mese di settembre a capire qual è il tuo ikigai ti è utile per valutare quali saranno le scelte migliori da fare durante l’anno.

Tra vent’anni sarai più insoddisfatto delle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.

Mark Twain.

Autrice

Dr. Valentina Patacca

Psicologa del Lavoro e autrice del podcast Psicologia a Lavoro!