Indice

  1. Introduzione
  2. Design Thinking: cos’è
  3. Le 6 fasi del processo di Design Thinking
  4. Come il design thinking può venirti in aiuto sul tuo lavoro
  5. In conclusione

Introduzione

Il Design Thinking ci offre l’opportunità di trovare soluzioni ai nostri problemi o difficoltà attraverso un approccio iterativo. Si presenta come l’unione tra il problem solving e l’innovazione per ideare soluzioni creative ponendo l’accento sulla persona, sui suoi bisogni e valori.

Per poter utilizzare il Design Thinking è fondamentale fare un cambiamento nel nostro approccio mentale e aprirci a nuovi paradigmi nell’approccio al lavoro. Questo perché se il Design Thinking rimette al centro del processo la persona, vuol dire che abbiamo noi in mano la responsabilità di creare e tenere in movimento questo processo, potenziando alcuni atteggiamenti mentali per guardare la realtà da altri punti di vista e trovare soluzioni funzionali, abbandonando giudizi, pregiudizi e oltrepassando limiti per arrivare dove nessun uomo è giunto mai! Per gli amanti, come me, di Star Trek.

Design Thinking: cos’è

Nel tempo sono state sviluppate diverse versioni di questo processo, dalle Università Americane fino al quelle del Giappone. Ciò che accomuna tutti vari processi sviluppati è che si basano sull’iterazione, cioè la possibilità di tornare ad una fase precedente e rimescolare le carte, alternando fasi di divergenza, in cui ci apriamo alle informazioni e alle possibilità e di convergenza, in cui ci si focalizza su alcuni aspetti e se ne escludono, per il momento, degli altri. È un modo per progettare in modo funzionale.

Il Design Thinking può essere utilizzato da chiunque abbia di fronte a sé una sfida da affrontare o un problema complesso a cui trovare una soluzione, integrando tra loro capacità di tipo analitico con capacità di tipo creativo, uscendo dagli schemi rigidi ed entrando a contatto con il processo delle idee.

È quindi un processo, cioè una sequenza, in questo caso di fasi, che si succedono tra loro in una sequenza temporale. Avere chiaro il processo e le sue singole fasi ci supporta durante i nostri ragionamenti, aiutandoci a mettere in priorità le idee a seconda del momento, senza disperdere energie, allontanandoci dal focus e dall’obiettivo.

Le 6 fasi del processo di Design Thinking

Queste sono le 6 fasi del processo di Design Thinking da seguire per ogni sfida o problema da risolvere:

  • Fase 1: Empatizza. L’inizio del processo richiede una valutazione della situazione e una raccolta di dati che ti sono utili per sapere cosa stai cercando. L’obiettivo di questa fase è apprendere e raccogliere più informazioni possibili sul problema, ma anche su di te. Esplora quali opzioni hai per entrare in contatto con la realtà e quali sono i bisogni, le frustrazioni e le difficoltà che stai incontrando. L’empatia è la capacità di comprendere la sfera emozionale propria e dell’altro, quindi è uno strumento utilissimo per apprendere. Questa fase non è solo rivolta alla teorizzazione di ciò che stai cercando, ma è anche una fase di azione sul problema, attraverso l’osservazione di altri che hanno avuto lo stesso problema o uno simile, immergendoti in realtà che possono favorire lo scambio di opinioni per aver un’intuizione utile, attraverso la comunicazione con gli altri rispetto al tuo sentire e al tuo problema.
  • Fase 2: Definisci. Crea più definizioni del problema da risolvere e poi valuta quali è meglio tenere e scartare. Raccogli tutte le opzioni, le informazioni, i bisogni e le frustrazioni riscontrati nella fase precedente e basa su queste la tua scelta del problema a cui dedicarti. È fondamentale lavorare sul problema giusto e non cercare soluzioni per i problemi sbagliati. Analizza tutto ciò che hai raccolto e definisci le macro-aree e le priorità. In questa fase possono esserti utili, ad esempio, degli strumenti di visual thinking come le mappe mentali, gli schemi, o organizzare le macro-aree con dei post-it sul muro, così da avere chiaro di fronte a te ciò su cui stai lavorando.
  • Fase 3: Concepisci idee. Tenendo in mente le informazioni sulle fasi precedenti, fai un brainstorming con l’obiettivo di generare e sviluppare quante più idee e soluzioni ti vengono in mente in relazione al problema che stai analizzando. Ricorda che la quantità di idee generate in questa fase è da privilegiare alla qualità. Questo perché più opzioni grezze hai, più aumenta la tua possibilità di scegliere una soluzione funzionale o un mix di soluzioni. Non porre dei limiti alla tua immaginazione in questa fase, ma lasciala scorrere. Valuta anche, in base alla complessità del problema da risolvere, se potresti coinvolgere altre persone per superare vincoli o criticità e raggiungere il tuo obiettivo.
  • Fase 4: Prototipa. In questa fase crea, quindi materializza una soluzione o più di una parallelamente, se necessario. Crea un prototipo da mettere in campo. Chiedi feedback agli altri sulla tua idea. Qui l’obiettivo è capire cosa funziona della soluzione e cosa no, dandoti così la possibilità di migliorare in tempi rapidi la soluzione o valutare se sono problematiche accettabili per te nel lungo periodo. Ricorda non innamorati di nessuna idea, o cambiarla se non funzionerà sarà difficilissimo.
  • Fase 5: Testa. In questa fase del processo, hai raccolto informazioni, scelto le soluzioni e creato dei prototipi, ora puoi testare se ciò a cui hai pensato incontra i tuoi bisogni e se funziona per te e risolve il tuo problema, in un ambito ristretto e a te familiare. Oppure se è necessario ripercorrere alcune fasi del processo per apportare delle modifiche o provare altre soluzioni, senza però dover ricominciare da capo tutto il lavoro.
  • Fase 6: Implementa. In questa fase del processo si passa all’azione su larga scala. Sei pronto per portare nel mondo la tua soluzione. Qui scegli un lasso di tempo di almeno un mese per prendere nota di tutti i feedback, valutare cosa sta funzionando, cosa va modificato e in caso a quale fase tornare, oppure se l’obiettivo, per ora è raggiunto con soddisfazione.

Come il design thinking può venirti in aiuto sul tuo lavoro

Il Design Thinking entra nei contesti manageriali intorno al 2000 con David Kelley, professore di ingegneria di Stanford, che lo descrive come il processo mentale che fa un designer quando crea un prodotto o un servizio che sia appetibile per il mercato. In contesti aziendali ha l’obiettivo di capire quali prodotti o servizi realmente funzionano per i clienti e poter avere l’opportunità di testare la soluzione prima di investire ingenti quantità di denaro. Tim Brown, CEO di IDEO, ci dice: “Il Design Thinking è un approccio all’innovazione finalizzato a integrare i bisogni delle persone con le possibilità offerte dalle tecnologie e gli obiettivi aziendali.”

In generale i benefici del Design Thinking applicato al lavoro possono essere riscontrati in diverse aree dell’ambiente organizzativo, come ad esempio:

  • migliorare la comunicazione interna, per affrontare i problemi di comunicazione si può sviluppare un approccio più centrato sull’ascolto attivo, creare spazi di discussione più inclusivi e utilizzare strumenti di visual thinking per semplificare e rendere più chiare le comunicazioni, eliminando incomprensioni e conflitti
  • sviluppare le competenze delle persone attraverso l’empatia e la comprensione delle loro esigenze di apprendimento è possibile progettare e implementare programmi personalizzati di formazione e sviluppo delle competenze che favoriscano una crescita professionale più efficace
  • ottimizzare i processi di lavoro, identificando e risolvendo i problemi nei processi interni. Coinvolgendo le persone per individuare punti critici e ideare soluzioni per rendere i processi di lavoro più fluidi ed efficaci
  • favorire la collaborazione, incentivando la creatività e la condivisione di idee, attraverso la destrutturazione di giudizi e pregiudizi
  • creazione di spazi di lavoro innovativi, progettando un ambiente di lavoro che promuova la collaborazione, la creatività e il benessere dei dipendenti, favorendo una cultura aziendale positiva e produttiva
  • ridurre gli errori e il tempo di risoluzione, migliorando l’efficacia e l’efficienza del processo di sviluppo che porta all’obiettivo
  • agevola la gestione di progetti comprendendo le esigenze e le aspettative del team, è possibile creare un ambiente di lavoro più collaborativo e stimolare l’innovazione nella gestione dei progetti.

In conclusione

Qualunque sia l’obiettivo che vuoi raggiungere utilizzando il Design Thinking per tutto il tempo ricorda che sei in un processo, ciò che sceglierai in ogni fase non è definitivo e scritto sulla pietra, ma solo una possibile opzione su cui lavorare, scelta tra tante altre che al momento hai congelato, non buttato. Il Design Thinking è caratterizzato dall’approccio centrato sull’essere umano, mettendo le persone al centro del processo decisionale. Questa metodologia incoraggia la creatività, la collaborazione multidisciplinare e l’apprendimento continuo durante tutto il processo di innovazione.

Il design è il nucleo centrale di una creazione umana. Steve Jobs

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