Indice
- Introduzione
- Qual è la differenza tra antifragilità e resilienza?
- Resilienza: di cosa si tratta
- Antifragilità: di cosa si tratta
- In quale identificarsi?
- In conclusione
Introduzione
Nel contesto lavorativo odierno, caratterizzato da continui cambiamenti e incertezze, è essenziale sviluppare competenze che ci permettano non solo di resistere alle difficoltà, ma anche di utilizzare ciò che ci accade per trarre vantaggio da esse. Due concetti chiave in questo ambito sono l’antifragilità e la resilienza. Sebbene spesso confusi, essi rappresentano approcci distinti ma complementari per affrontare le sfide professionali. Sono convinta che comprendere a fondo queste differenze può aiutarti a sviluppare un mindset sano e pro-attivo per migliorare il tuo benessere e la tua efficacia sul lavoro.
Qual è la differenza tra antifragilità e resilienza?
In psicologia resilienza e antifragilità sono abilità fondamentali per affrontare le avversità, ma presentano differenze sostanziali che le rendono uniche. La resilienza è la capacità di resistere e recuperare dopo aver affrontato delle difficoltà, riuscendo a mantenere la propria stabilità e ritornando allo stato iniziale. La persona resiliente non si lascia travolgere dalle preoccupazioni, dallo stress, dalle la paura e le preoccupazioni ma gestisce tutto questo senza subire danni duraturi. L’antifragilità è la capacità non solo di resistere agli urti, ma di prosperare grazie ad essi. Questa abilità permette alla persona di trasformare le sfide in opportunità di crescita, migliorando, rafforzandosi per evolvere continuamente nel tempo.

Resilienza: di cosa si tratta
La resilienza è la capacità di resistere agli urti della vita senza farsi travolgere dalle emozioni negative. È un’abilità fondamentale che può essere sviluppata fin dall’infanzia, attraverso esperienze per tentativi ed errori che mettono alla prova la motivazione e la capacità di rialzarsi dopo una caduta. Essere resilienti non significa essere immuni alla paura o allo stress, ma possedere gli strumenti per gestirli in modo sano ed efficace. La resilienza implica una serie di competenze emotive e cognitive da padroneggiare che consentono di affrontare le difficoltà con un atteggiamento positivo. Queste includono la capacità di mantenere la calma sotto pressione, di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e di trovare soluzioni creative ai problemi. Inoltre, la resilienza non dipende solo da te, ma può essere favorita da fattori di protezione esterni, come i rapporti affettivi, il supporto dei colleghi e un ambiente di lavoro positivo.
La resilienza è caratterizzata da:
- adattabilità: è la capacità di modificare il proprio approccio e comportamento in risposta a nuove situazioni o cambiamenti;
- gestione dello stress: è l’abilità di mantenere la calma e affrontare situazioni stressanti senza lasciarsi sopraffare;
- ottimismo realistico: è l’abilità di vedere le difficoltà come temporanee e di mantenere una visione positiva sul futuro, pur essendo realistici sulle sfide da affrontare.
Quindi le persone che adottano la resilienza come lenti per osservare le sfide nel proprio lavoro riescono ad influenzare il loro successo professionale attraverso:
- la gestione delle sfide: mantengono la calma e trovano soluzioni anche sotto pressione, migliorando la capacità di affrontare situazioni difficili;
- un recupero rapido: dopo un fallimento, un errore o una battuta d’arresto, le persone resilienti riescono a riprendersi rapidamente, mantenendo alta la motivazione e la produttività;
- le relazioni positive: adottano una comunicazione efficace che favorisce le relazioni di lavoro positive, contribuendo nel creare un ambiente collaborativo e di supporto.
Queste caratteristiche possono portare a un miglioramento delle performance lavorative e a una maggiore soddisfazione professionale. Anche l’ambiente e le le relazioni sono importanti nel riuscire a guardare alle sfide con curiosità e recuperare velocemente il proprio equilibrio, quindi, conoscere questa capacità ti permette di scegliere di lavorare un ambiente che promuove la resilienza offrendo supporto emotivo, incoraggiando la comunicazione aperta e fornendo le risorse per affrontare le sfide, così da continuare a sviluppare una maggiore fiducia in te e nelle tue capacità, permettendoti di superare le avversità e di tornare alla normalità con rinnovata energia e determinazione.
Antifragilità: di cosa si tratta
Il concetto di antifragilità è stato introdotto nel 2012 dall’economista e saggista Nassim Nicholas Taleb nel suo libro “Antifragile: Prosperare nel disordine”, e da allora è stato studiato molto, perché è la chiave che ci aiuta a far fronte agli ostacoli e agli imprevisti esterni cambiando la motivazione che c’è nell’affrontare un cambiamento e quindi cambiare non per proteggerci o per resistere, ma per crescere costantemente e migliorarci. Infatti Taleb osserva che alcuni sistemi come l’evoluzione, la cultura, l’innovazione tecnologica e il successo economico hanno la capacità non solo resistere al caos e all’incertezza, ma di trarne beneficio e migliorare.
Seguendo questo approccio possiamo definire antifragile la persona che affronta le difficoltà accettando il cambiamento, abbracciando l’imprevisto, i fattori di stress, l’incertezza e trasformandosi per cogliere nuove opportunità e creare nuovo valore e scoprendo abilità e forza che non pensava di avere.
In linea generale svilupparla ti permette di essere in grado di trasformare un limite in opportunità; di riuscire a trarre vantaggio dagli eventi negativi aumentando la qualità delle tue prestazioni e aumentando le possibilità di scelta di fronte all’imprevedibilità. Questo vuol dire che diventare antifragile, non solo ti aiuterà a fronteggiare i fattori di stress, ma anche a vedere gli errori diventare preziose fonti di informazioni su cui basare le decisioni.
Questo costrutto psicologico dell’antifragilità, come ti dicevo è stato approfondito e studiato tanto che oggi è indagabile attraverso l’Anti-Fragile Questionnaire, che ci permette di misurare e conoscere il nostro grado di antifragilità, e ci consente di conoscere anche le caratteristiche che lo definiscono, così da poterci lavorare su e diventare persone antifragili:
- l’adattamento proattivo, vuol dire reagire in modo proattivo e funzionale alle nuove situazioni;
- l’evoluzione agonistica, quindi la voglia attiva di uscire dalla nostra confort zone e di mettersi alla prova;
- l’agilità emotiva, è la capacità che ci aiuta a vivere tutte le nostre emozioni, sia quelle positive che negative, in modo efficace.
- distruttività consapevole è la capacità che ci porta oltre il condizionamento della conoscenza e delle abitudini e che ci mette nelle condizioni di vedere nuove possibilità, è quella che ci spinge ad uscire dalla zona di confort.
Applicando questa prospettiva al contesto lavorativo, l’antifragilità si manifesta come la capacità di:
- adattarsi rapidamente ai cambiamenti: le persone antifragili vedono le trasformazioni non come ostacoli, ma come opportunità di crescita e sviluppo personale e professionale;
- migliorare le performance attraverso lo stress controllato: esporsi a situazioni stressanti in modo misurato può rafforzare le capacità e la resilienza, portando a un miglioramento continuo;
- sviluppare una maggiore capacità di problem solving: l’antifragilità incoraggia un approccio proattivo alla risoluzione dei problemi, trasformando le sfide in occasioni di apprendimento.
Essere antifragili significa, quindi, abbracciare l’imprevisto con un atteggiamento positivo, imparando dagli errori e adattandosi costantemente alle nuove circostanze. Questo mindset permette di prosperare in un ambiente di lavoro dinamico e in continua evoluzione, trasformando ogni difficoltà in un trampolino di lancio verso il miglioramento.

In quale identificarsi?
Partendo dal presupposto che sia la resilienza che l’antifragilità sono fondamentali e complementari tra loro nel supportarti per vivere una vita professionale all’insegna della soddisfazione e del benessere, la differenza fondamentale tra resilienza e antifragilità, da tenere presente, è che la resilienza permette di resistere agli scossoni della vita e l’antifragilità ha un potere trasformativo e ti consente di trarne beneficio, migliorare grazie ad essi ed essere una persona con delle abilità in più rispetto a prima.
Entrambe le abilità sono preziose nel mondo del lavoro, ma l’antifragilità rappresenta il passo successivo, un’evoluzione della resilienza. Nel contesto lavorativo, la resilienza ti aiuta a gestire lo stress di un progetto difficile senza crollare, mentre l’antifragilità ti permette di crescere utilizzando quell’esperienza per sviluppare e potenziare le tue competenze e affrontare progetti futuri con maggiore efficacia e sicurezza e di allargare la tua zona di confort, una sfida alla volta.
Quindi, se è importante sviluppare la resilienza per non farsi travolgere dalle difficoltà, l’obiettivo dovrebbe essere quello di diventare antifragili: capaci di comprendere le cause degli ostacoli, imparare dagli errori e migliorare continuamente.
Sviluppare l’Antifragilità ci consente di dare anche un nuovo senso al cambiamento, iniziando a vederlo come un processo di sviluppo del potere personale, che diventerà così una risorsa.
In conclusione
In un mondo del lavoro sempre più imprevedibile, sviluppare antifragilità è fondamentale per affrontare le sfide con successo e promuovere il proprio benessere. Questo non significa essere immuni al dolore o allo stress, ma avere gli strumenti per gestirli in modo sano e trasformarli in opportunità di crescita.
L’obiettivo di sviluppare un mindset antifragile, è portare la persona ad abbracciare l’incertezza con curiosità, imparare dagli errori e reinventarsi costantemente. Solo così ti sarà possibile raggiungere il successo lavorativo in modo sostenibile, preservando il tuo benessere.
Se vuoi lavorare su di te per sviluppare l’antifragilità mi trovi qui pronta ad aiutarti!




