Trasforma ogni emozione da ostacolo in risorsa attraverso l’Agilità Emotiva

L’Agilità Emotiva è una delle 4 caratteristiche utili per sviluppare l’Antifragilità, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana nel podcast Psicologia a Lavoro!

L’antifragilità, è una skill fondamentale per affrontare il cambiamento e la realtà mutevole intorno a noi.

Come abbiamo detto lo strumento messo a punto per valutare il proprio grado di Antifragilità ci fornisce delle informazioni importanti sulle 4 caratteristiche utili da sviluppare per diventare Antifragile e sono:

  1. l’adattamento proattivo,
  2. l’evoluzione agonistica,
  3. l’agilità emotiva
  4. la distruttività consapevole.

Tra queste oggi approfondiamo l’Agilità Emotiva, perché:

  • se è vero che dobbiamo creare delle strategie per far fronte al cambiamento, abbandonare i vecchi paradigmi per abbracciare le nuove necessità, creare nuove abitudini, innovarci professionalmente, ogni giorno, per costruirci una carriera che migliori la qualità della nostra vita lavorativa e il nostro benessere in generale,
  • è anche vero che tutto questo è connotato da una moltitudine di emozioni che se non accolte e capite posso esserci d’ostacolo, invece che una risorsa, facendoci vivere il cambiamento come un peso troppo grande da sopportare.

Puoi ascoltare la puntata del mio podcast che parla di agilità emotiva:

3 premesse

Prima, però, di addentrarci alla scoperta dell’Agilità Emotiva facciamo 3 premesse:

premessa #1

è utile suddividere, per meglio ragionarci su, l’agilità emotiva nei suoi due componenti fondamentali ossia: la capacità di essere agili, flessibili, di destreggiarci in modo pronto ed elastico, in questo caso all’interno della nostra sfera emotiva, che compone la seconda componente fondamentale.

Grazie alle neuroscienze sappiamo che nel lobo temporale del nostro cervello abbiamo una struttura, che ha la forma di una mandorla, l’amigdala, che in greco significa appunto mandorla. L’amigdala è considerata fondamentale per le nostre emozioni, specialmente per la paura, ma anche per altri stati emozionali

premessa #2

quando parliamo di emozioni dobbiamo ricordarci che questo argomento comprende la persona nella sua totalità.

Vuol dire che ciò che proviamo si manifesta sia a livello emotivo, con le emozioni e i pensieri, ma anche a livello fisico, con alterazioni del battito cardiaco, il rilascio da parte delle ghiandole degli ormoni e tutto questo influenza di conseguenza i nostri comportamenti e le nostre scelte

premessa #3

è bene tenere presente che tutte le emozioni sono utili e sono delle preziose risorse per scegliere quale comportamento mettere in atto.

L’Agilità Emotiva

Bene fatte queste premesse possiamo affermare che ogni cambiamento porta con sé emozioni come la paura, l’incertezza, il senso di colpa. Queste emozioni possono di conseguenza portarci ad irrigidirci di fronte alle situazioni o alle decisioni da prendere. Ecco allora che diventando agili emotivamente possiamo aumentare la nostra capacità di prendere decisioni efficaci, volte all’innovazione di noi stessi.

L’Agilità Emotiva, infatti, è quella capacità che ci aiuta a non soccombere alle nostre emozioni e ai nostri pensieri, ma ci supporta nel riconoscerle per poterle gestire e utilizzarle a nostro vantaggio per facilitare un cambiamento, nel lavoro così come nella vita in generale.

Come affrontare con successo un cambiamento

Secondo Susan David, psicologa che ha dedicato la sua carriera allo studio delle emozioni, della motivazione e del cambiamento di sé, è possibile affrontare con successo un cambiamento. Soprattutto in questo periodo storico, mettendo in pratica la flessibilità di tutte le nostre emozioni, sia quelle positive che negative, aprendoci al nostro reale potenziale.

La PhD David Scrive nel suo libro: che le persone emotivamente agili “comprendono che la vita non è sempre facile, ma continuano ad agire facendo riferimento ai valori a cui tengono di più e perseguono gli obiettivi a lungo termine”. Il punto, allora, non è più non provare emozioni negative, come la rabbia, o la tristezza, ma accettare di provare tutte le emozioni e continua la David: “anziché lasciare che questi sentimenti le facciano “deragliare”, le persone emotivamente agili si dispongono verso un’effettiva trasformazione – nel bene e nel male – che le ponga in favore delle loro più alte ambizioni”.

La parola chiave: trasformazione

La parola chiave che torna anche qui, come nella puntata sull’antifragilità è trasformazione, non rimanere passivamente inermi di fronte agli eventi, nell’attesa che passino, ma innovarsi e sviluppare ognuno modi diversi e funzionali per farvi fronte efficacemente, accettando anche le sfide che il cambiamento porta con sé.

Consapevolezza

Per giungere alla trasformazione dobbiamo valutare di volta in volta ciò che proviamo o i pensieri che facciamo durante la giornata lavorativa e raggiungere la consapevolezza che questi non ci definiscono come persona.

Il primo passo è definire una sensazione o un pensiero per quello che oggettivamente è: una sensazione e un pensiero.

Questo ci aiuterà a prendere le distanze da quell’emozione o pensiero e a vederlo ridimensionato rispetto alla totalità della nostra personalità. Se ci sentiamo stressati possiamo dircelo: “Mi osservo e mi sento stressato” questo verbalizzarlo crea immediatamente una distanza tra noi e la percezione che stiamo vivendo in quel momento, questo esercizio è molto potente perché tiene distinti i due piani, noi e la realtà che stiamo percependo.

Inoltre dobbiamo tenere presente che mentre ci può riuscire più facile distinguere la paura dalla rabbia quando la proviamo, non è altrettanto facile distinguere, quali emozioni o pensieri si celano nello stress.

Quindi, per poterci osservare mentre proviamo un’emozione o un pensiero, in modo che ci sia utile a migliorare la qualità della nostra vita, è importante conoscere e saper dare un nome a ciò che stiamo provando o sentendo. È importante allenarci a identificare, possiamo dire, la corretta etichetta dell’emozione che stiamo vivendo.

Ad esempio se mi ripeto sempre che sono stressata in ogni situazione, mi allontano dalla possibilità di lavorare sulla reale emozione che sto provando. In realtà magari in quel momento specifico sono stanca o frustrata o triste.

In ambito lavorativo come ci può essere utile l’Agilità Emotiva?

Capita spesso che le persone che vogliono cambiare lavoro vivono questo momento di transizione con notevole distress, lo stress negativo. Perchè ad esempio si sentono intrappolati in un’azienda o in mansioni che non sentono più in linea con i propri valori, allora spesso accade che ci si lasci pervadere giorno dopo giorno da questo distress o dalla frustrazione, facendo calare la motivazione verso il mondo del lavoro in generale e piano piano abbassando la qualità del nostro lavoro, alimentando il senso di malessere.

Se siamo emotivamente agili possiamo trasformare quell’esperienza da ostacolo in risorsa, osservandoci e descrivendo quali emozioni, pensieri stiamo provando, analizzando la situazione, guardandola da una prospettiva funzionale ai nostri nuovi obiettivi, concentrandoci ad esempio nell’acquisire nuove competenze, nel provare nuovi approcci al lavoro, nel prenderci il tempo per stabilire nuovi contatti utili ad ottenere un nuovo lavoro.

Quindi essere emotivamente agili ci permette di non restare intrappolati nel distress, poiché è per noi controproducente, non ci permette di vedere altre via di uscita. Al contrario alimentare l’eustress, che ci motiva e ci da energia,  possiamo controllare e calibrare le nostre scelte e i nostri comportamenti.

2 Spunti da cui partire

Ci sono molte cose che puoi già fare per diventare emotivamente agile, e quindi capace di identificare le emozioni e osservarti in modo funzionale all’interno delle situazioni lavorative e di conseguenza prendere le scelte migliori per te:

  1. puoi approfondire questo tema ascoltando anche la puntata: Emozioni dove le vedo e le sento, dove abbiamo già parlato delle emozioni di base, secondo la teoria di Paul Ekman, ma anche della loro localizzazione nel nostro corpo, inoltre
  2. puoi prendere confidenza con molte altre emozioni e migliorare il dialogo con te consultando l’Atlante delle emozioni, dove l’autrice Tiffany Watt Smith ne descrive 156, anche da un punto di vista storico-culturale.

Come acquisire l’Agilità Emotiva

Infine ti condivido un processo di acquisizione dell’agilità emotiva, proposto dalla PhD David, che si sviluppa in quattro movimenti essenziali:

  1. riconoscere le proprie emozioni: ciò che proviamo in ogni situazione fa parte di noi, accettiamoci e lavoriamoci sopra per andare avanti, invece che nasconderli o evitarli.
  2. prendere le distanze: ora che abbiamo riconosciuto i nostri pensieri e le nostre emozioni prendiamo le distanze da loro, questo ci aiuterà ad avere una visione più ampia sulla situazione e ci aiuterà a reagire avendo a disposizione una più ampia gamma di possibilità.
  3. seguire le proprie motivazioni: nel terzo passaggio, avendo riconosciuto le tue emozioni, e avendo preso le distanze per agire su di esse, puoi integrarle con i tuoi valori e le tue motivazioni così da costruirti una “visione futura”, per trovare nuove e migliori modalità di raggiungere i tuoi obiettivi.
  4. andare avanti: partire da piccoli passi per ottenere delle modifiche durature nel tempo e mantenere vivo il senso di sfida e di crescita.

Se vuoi continuare a lavorare sulla tua Agilità Emotiva, nel canale Telegram di Psicologia a Lavoro! trovi ulteriori approfondimenti.

Se non sei ancora iscritto al canale basta cliccare qui per accedere gratuitamente.

In conclusione

Quindi diventare emotivamente agili non vuol dire solo riconoscere le emozioni che proviamo e saperle chiamare ognuna con il proprio nome, ma ha un senso molto più vasto, essere emotivamente agili, secondo la David “significa acquisire un nuovo modo di agire che ci aiuta a vivere la vita che desideriamo e a fare di nuovo nostri anche i sentimenti di inquietudine, così che possiamo arrivare a renderli una fonte di energia, creatività e intuizione”.

Autrice

Dr. Valentina Patacca

Psicologa del Lavoro e autrice del podcast Psicologia a Lavoro!