Indice
- Introduzione
- Definizione degli stressor
- Come agisce uno stressor su di te
- Come puoi agire tu su uno stressor
- In conclusione
Introduzione
Nel corso di tutta la nostra vita siamo esposti ad una quantità enorme di situazioni, eventi e stimoli che vengono percepiti dalla nostra mente e dal nostro corpo come stress, che a volte alimenta la nostra motivazione e a volte prosciuga le nostre energie. Questi stimoli vengono definiti stressor o agenti stressanti. Ce ne sono veramente di ogni tipo e per ogni area della nostra vita. In generale, a parte le catastrofi o le tragedie, che oggettivamente tutti viviamo come stressor negativo, possiamo dire che grazie alla nostra unicità, lo stesso stressor può essere percepito, e quindi vissuto, nella sua forma positiva, negativa o neutra. Questa particolarità gioca a nostro favore nel cambiare approccio agli stressor.

Definizione degli stressor
Sono sicura che ti sarà capitato di sentire da parte di colleghi, amici e familiari, o di dire tu stesso, anche diverse volte in un giorno, frasi del tipo “sono stressato!”, “questa cosa mi stressa da morire”. Sono frasi purtroppo entrate nell’immaginario quotidiano e collettivo che però non ci aiutano a passare all’azione per vivere una vita piena di significato. Sono come un enorme tappeto, quando siamo in difficoltà o non vogliamo affrontare quella situazione, quel compito o quella sfida nascondiamo tutto sotto la categoria stress.
In realtà ci sono anche stressor positivi, in grado di motivarci e spronarci nel superare delle sfide, nel conquistare quell’obiettivo tanto desiderato. Tuttavia, è importante saper riconoscere quella situazione che per noi potrebbe risultare negativa per trasformarla in energia positiva e ottenere dei vantaggi da essa.
È fondamentale capire e dare un nome a quella sfida o a quell’ostacolo. E soprattuto è importante sapere cosa ci sta provocando quella reazione di stress.
Lo stress è la risposta dell’organismo ad una richiesta di cambiamento, è la tua reazione a eventi, situazioni e stimoli di natura molto diversa tra loro che attivano il tuo organismo e la psiche per far fronte a quel determinato stressor o agente stressante. Possiamo quindi definire lo *stressor come ***un fattore stressante che causa una reazione da parte dell’organismo.
Lo stressor può presentarsi a livello:
- ambientale
- personale
- relazionale
- lavorativo
Il termine stressor, è quindi molto generico perché si riferisce a stimoli di diversa natura che portano l’organismo e la psiche allo stress. Solo dando un nome ad ogni stressor che viviamo, alle emozioni che ci provocano, possiamo valutarne la reale portata minacciosa per noi e mettere in campo strategie di coping, funzionali per farvi fronte, definite dallo psichiatra Favretto “un processo adattivo messo in atto da un individuo per far fronte ad una situazione stressante, in modo da poter eliminare o ridurre o tollerare la situazione stessa”. La chiave di lettura qui è la tua soggettività, perché non tutti gli eventi stressanti li vivi come negativi, alcuni saranno positivi, altri ti lasceranno del tutto indifferente. Ecco, quindi, l’importanza di riconoscerne la natura e sapere come reagisci tu, per coglierne il potenziale e trasformarlo in un tuo vantaggio o comunque nel trovare la modalità che riduce il disagio e la frustrazione che provi.
Davanti al prossimo stressor prova a chiederti: “come mi fa sentire?”
In generale potrai risponderti con “mi fa sentire bene o male” e quindi potrai già distinguere lo stressor in:
- positivo, questa tipologia ti motiva portando il tuo sistema nervoso a produrre adrenalina e noradrenalina, attivando il sistema endocrino e facendo entrare in azione gli ormoni corticosteroidi, donandoti vitalità ed energia
- negativo, questa tipologia ti prosciuga le energie, portando il tuo organismo ad abbassare le difese immunitarie e a lanciarti i segnali di allarme come ansia, tensione, insonnia e altri.
In particolare ciò che fa la differenza davanti ad uno stressor, che possiamo definire oggettivamente non grave, sono le differenze individuali legate alle caratteristiche psicologiche di ognuno di noi. Questo darà potere allo stressor di farci reagire positivamente, negativamente o ci lascerà indifferenti.
Ci sono poi altre caratteristiche di uno stressor da tenere a mente che ne determinano la potenza stressante e sono:
- l’intensità: può quindi essere non grave, catastrofico, tragico
- la frequenza: dipenderà se questo stressor si è verificato nella tua vita una, due, tre volte o se si protrae per mesi o anni
- la durata, dipenderà anche da quanto dura lo stressor quando si presenta, un minuto, dieci 1 ora, una settimana.
Come agisce uno stressor negativo su di te
Siamo sistemi complessi, quindi, uno stressor agisce su di noi a diversi livelli e con una pluralità di sintomi diversi per ognuno di noi, proprio perché la reazione è legata alla nostra soggettività. Per avere le idee un pò più chiare e riuscire a distinguere ciò che provi di fronte ad uno stressor per poi iniziare a lavorarci eccone alcuni:
- sintomi fisici: mal di testa, mal di schiena, indigestione, tensione nel collo e nelle spalle, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, extrasistole, agitazione, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito, problemi sessuali, fischi alle orecchie;
- sintomi comportamentali: digrignare i denti, alimentazione compulsiva, più frequente assunzione di alcolici, atteggiamento critico verso gli altri, comportamenti prepotenti, difficoltà a portare a termine i compiti;
- sintomi emozionali: tensione, rabbia, nervosismo, ansia, pianto frequente, infelicità, senso di impotenza, predisposizione ad agitarsi o sentirsi sconvolti;
- sintomi cognitivi: difficoltà a pensare in maniera chiara, problemi nella presa di decisione, distrazione, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività.
Ogni stressor mette in moto reazioni sia nel nostro mondo interiore che esteriore, inoltre dobbiamo considerare che molto spesso ci troviamo ad affrontare molti stressor in contemporanea e su aree della vita diverse. È quindi fondamentale la consapevolezza di noi e la capacità di imparare a vedere lo stressor, riconoscerlo e trovare la propria modalità di trasformarlo in un vantaggio.
Ricorda che a provocare lo stress non è l’evento stressante in se, che sia positivo o negativo, ma la tua reazione ad esso, infatti ad esempio se osservi una situazione, o puoi fare una prova guardando un film, ad uno stesso evento possiamo avere persone che reagiscono in modo positivo, negativo o indifferente, la reazione scelta genererà attivazioni diverse nell’organismo di ognuno. Inoltre, anche lo stesso stressor, affrontato in periodi diversi della tua storia personale può farti avere risposte psicofisiche differenti.
Chiaramente, pur tenendo presente che il livello di resistenza ad uno stressor è puramente soggettivo, quando siamo di fronte ad uno stressor eccessivamente forte, frequente e prolungato questo è capace di portare la persona a vivere uno stato di stress cronico, cioè la difficoltà di ritornare a uno stato di rilassamento profondo e calma dopo aver affrontato attivamente ostacoli e risolto problemi, e a sviluppare anche altri disturbi psicologici come disturbo da stress post-traumatico, disturbo acuto da stress, disturbi psicosomatici, depressione, disturbo bipolare, d’ansia e dell’alimentazione.
Tra le tante “trappole” in cui cadiamo e che aumentano lo stress negativo, ce ne sono 3 su cui mi trovo a lavorare più spesso con i miei clienti e sono:
- perfezionismo: che spesso ti porta a concentrarti sulla ricerca ossessiva di raggiungere l’eccellenza, distogliendo l’attenzione ad esempio dalle scadenze, causandoti ritardi, che abbassano la tua autostima, perché collegata al raggiungimento di risultati che non arrivano e aumentando i livelli di stress
- non dire mai di no: ogni volta che dici di sì agli altri, stai dicendo no a te. Questo sul lavoro si traduce ad esempio in un sovraccarico di lavoro, con relativo abbassamento della tua produttività
- disponibilità illimitata: se ogni volta che qualcuno interferisce con il tuo programma tu ti lasci coinvolgere, vuol dire che non riesci a stabilire dei confini precisi e questo darà un grande potere alle situazioni stressanti, che si accumuleranno nel tempo.

Come puoi agire tu sullo stressor negativo
Don’t panic, come ci ricorda una guida galattica, perché ci sono tantissime modalità per lavorare sulla tua reazione agli stressor e trasformare una potenziale minaccia in vantaggio. In base alla tua personalità e a come affronti le sfide puoi provare uno o più modi in sinergia per trarne beneficio.
Ho tre consigli per te prima di leggere le modalità:
- non mollare dopo cinque minuti o tre tentativi, allena la pazienza e la costanza per far sì che la trasformazione sia duratura nel tempo
- scrivi! Qualsiasi modalità proverai ad utilizzare prendi carta e penna, un tablet o il pc e scrivi tutto ciò che ti viene in mente, non badare alla grammatica o alla forma, prendi nota del tuo sentire.
- dopo aver scritto, prendi due evidenziatori di colore diverso e individua le parole positive e negative che hai utilizzato per descrivere lo stressor e il tuo sentire.
Ecco alcune modalità che puoi utilizzare, anche in sinergia tra loro, per affrontare gli stressor:
- analizza lo stressor che hai di fronte attraverso l’autoanalisi, con l’aiuto delle informazioni che ti ho condiviso qui prova a chiederti di fronte al prossimo stressor, che tipo è: psicologico, fisico, quotidiano; in che area della vita ti sta colpendo, sei a lavoro, sei a casa, sei in macchina; come stai reagendo: in modo positivo, negativo, neutro; quanto sta durando, che intensità ha, quante volte ti è già successo
- organizza e pianifica il tuo tempo, questo ti aiuta ad avere sotto controllo le tue energie e la quantità di cose che decidi di fare, rispetto al tempo che hai a disposizione
- suddividi le attività, ogni volta che hai davanti una sfida complessa, ma ti suggerisco di utilizzare questa tecnica sempre, seleziona l’attività in piccole parti e affrontale una per volta, questo ridurrà anche l’errore, perché sarai in grado di testare ogni volta se sei sulla strada giusta oppure se é meglio modificare il percorso
- pratica mindfulness e meditazione da solo o con l’aiuto di un app, la mia preferita é Petit Bambou, che ti guidi nel comprendere la natura dei tuoi pensieri o per apprendere strumenti per calmarli
- tieni un diario giornaliero sulle tue emozioni, reazioni e sul linguaggio che utilizzi nei tuoi confronti e nei confronti dello stressor, poi valuta una volta a settimana come ti senti e se ci sono stati cambiamenti
- prendi spunto dagli altri e chiedi aiuto a chi ha vissuto con te un evento stressante, come si sente, cosa prova e, se lo ritieni opportuno, prendi spunto dal suo comportamento
- prova le strategie di coping, cioè quell’insieme di azioni e sforzi cognitivi che ti aiutano a far fronte alle richieste dello specifico stressor che stai affrontando, rivalutando di volta in volta l’equilibrio tra te e l’ambiente.
In conclusione
Ognuno di noi percepisce e reagisce in modo del tutto soggettivo e personale agli stressor che si trova di fronte. Capire in che modo funzioniamo e quali sono i nostri punti di forza e di miglioramento può davvero fare la differenza sul nostro benessere psicologico e aiutarci a vivere lo stress come un alleato e non come un nemico.
Se vuoi lavorare con me per trovare le tue strategie più efficaci nell’affrontare gli stressor, sono qua!
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